Lancio del piano PITER+ PARCOURS+ a Saint-Gervais-les-Bains

Giovani
chiara
Submitted on 21.05.2025

Lancio del piano PITER+ PARCOURS+ a Saint-Gervais-les-Bains

Reportage di Chiara Maria Jacazzi, membro del Consiglio dei giovani ALCOTRA 2024-2025

Mi chiamo Chiara Maria Jacazzi e sono una ragazza italiana di 25 anni, nata in Valle d’Aosta. Vivo a Lione, in Francia, da ormai sei anni: inizialmente per i miei studi universitari in filosofia e relazioni internazionali, e ora per il mio lavoro come responsabile di progetti europei presso l’Agenzia regionale per l’energia e l’ambiente dell’Alvernia-Rodano-Alpi (AURA-EE). In seguito a uno stage svolto presso l’Autorità di gestione del programma Interreg Francia-Italia ALCOTRA, sono diventata membro del Consiglio dei giovani ALCOTRA per il mandato 2024-2025, associata al territorio della Valle d’Aosta.

Il 14 maggio 2025, ho avuto l’opportunità di rappresentare il Consiglio dei giovani ALCOTRA a Saint-Gervais-les-Bains, in occasione del lancio del programma PITER+ PARCOURS+. Questo evento ha segnato l’inizio di tre grandi progetti transfrontalieri promossi dal programma ALCOTRA: IMAJE, Cambiamento Climatico e STAGIONE.

Su invito del Dipartimento dell'Alta Savoia, sono partita da Lione per raggiungere Saint-Gervais. Durante il viaggio, ho incontrato Fanny Verilhac, responsabile dei programmi europei di cooperazione transfrontaliera, che mi ha illustrato le linee guida di PITER+ PARCOURS+. In particolare, mi ha presentato i tre assi fondamentali del programma, che identifico come tre promesse molto forti: "Vivere insieme", "Vivere domani", "Vivere qui".

 PARCOURS+

Vivere insieme – Il progetto IMAJE e l’educazione impegnata dei giovani

La prima tavola rotonda della giornata è stata dedicata al progetto IMAJE, incentrato sulla sensibilizzazione dei giovani al cambiamento climatico attraverso un percorso di educazione ai media e all’informazione. Questo progetto mi ha colpita particolarmente perché non si limita a rivolgersi ai giovani ma lavora con loro, rendendoli protagonisti del proprio apprendimento.

A questo proposito, ho assistito a un momento molto intenso: l’intervento di una ventina di studenti della scuola media l’Assomption di Saint-Gervais, che hanno presentato le attività realizzate nell’ambito del progetto con il supporto dei loro insegnanti, di professionisti dell’informazione e di esperti del clima, come giornalisti e glaciologi.

Questo progetto non mira solo a informare, ma a sviluppare lo spirito critico dei giovani. In un mondo saturo di informazioni, spesso vaghe o non verificate, imparare ad analizzare, mettere in discussion e verificare le fonti è uno strumento essenziale per comprendere le sfide del clima — e del mondo in generale. Ciò che mi ha colpita è stata la volontà di aprire nuove prospettive, anche grazie agli scambi con i giovani dall’altra parte delle Alpi, in Valle d’Aosta. IMAJE è davvero l’esempio di un progetto completo, concreto e profondamente radicato nell’idea di co-costruzione tra generazioni e territori.

Vivere domani – Pensare il cambiamento climatico con chi lo vivrà

Il progetto Cambiamento Climatico, affrontato nella seconda tavola rotonda, portava un titolo forte: Vivere domani. E non a caso: saranno proprio le nuove generazioni a dover vivere le conseguenze dei cambiamenti climatici attuali.

Con interventi di esperti come il glaciologo Sylvain Coutterand, abbiamo parlato dello scioglimento dei ghiacciai, della riduzione dell’innevamento, dell’aumento degli eventi estremi. Sono state discusse anche possibili soluzioni di adattamento: scientifiche, politiche, economiche.

Ciò che ho voluto esprimere in quel momento, come membro del Consiglio dei giovani, è che il cambiamento non si limita ai dati climatici. La nostra generazione è cresciuta in un mondo in continua trasformazione: crisi sanitaria, instabilità politica, conflitti, incertezze economiche… Eppure, i giovani non si tirano indietro. Si adattano. Anzi: trasformano il cambiamento in azione.

Contrariamente ai luoghi comuni, vedo giovani curiosi, critici, agili, che hanno capito che la stabilità non è più una certezza, e che costruiscono comunque il proprio spazio in questo mondo in movimento. Invece di volerli far entrare in schemi rigidi, dobbiamo sostenere la loro versatilità, la loro capacità di innovare, di pensare diversamente, di cambiare le regole del gioco. Per me, “vivere domani” significa proprio questo: fare leva su quella forza trasformativa che i giovani portano dentro di sé.

Vivere qui – Accompagnare meglio i lavoratori stagionali e gli apprendisti nei territori alpini

Infine, la terza tavola rotonda è stata dedicata al progetto STAGIONE, attorno alla formula Vivere qui. Questo progetto si occupa delle realtà concrete del lavoro stagionale e della formazione in alternanza nei territori alpini, spesso segnati da difficoltà legate all’alloggio, ai trasporti o all’accesso ai servizi.

Verrà istituito un osservatorio transfrontaliero per analizzare queste problematiche specifiche, spesso poco visibili ma ben reali, nelle zone montane. Anche qui, i giovani sono al centro delle preoccupazioni, perché molti partono per studiare o lavorare altrove, senza sempre poter tornare. Eppure, vivere nel proprio territorio non dovrebbe essere un’impresa, ma un diritto.

Ho voluto ricordare che, se vogliamo che i giovani possano radicarsi in questi territori, dobbiamo creare le condizioni affinché possano restarci e viverci con dignità: alloggi accessibili, trasporti adeguati, attività ricreative, vita sociale. "Vivere qui" significa anche poter scegliere il proprio luogo di vita, e non esservi obbligati o esclusi.

Una giornata ricca di scambi, convinzioni e speranze

Ciò che porto con me da questa giornata è il valore dato alla voce dei giovani, troppo spesso esclusi dal dibattito pubblico. Eppure, abbiamo una visione, una capacità di adattamento, un’energia che è urgente mobilitare.

Credo profondamente nella cooperazione europea, perché è insieme, oltre le frontiere, che possiamo costruire risposte durature alle sfide attuali. I progetti del programma PITER+ PARCOURS+ lo dimostrano: locali ma proiettati verso il futuro, ambiziosi ma concreti, educativi ma partecipativi.

Ringrazio tutte le persone che si sono prese il tempo di dialogare con me. E vorrei lanciare un appello: parlate con i giovani attorno a voi. Ascoltateli. Anche se a volte sembrano silenziosi, hanno cose importanti da dire. Non dimenticateli. 

                                                                                                                                                                                                                                                         Chiara Jacazzi

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